SOSTENITORE DELLA FOLGORE

SOSTENITORE DELLA FOLGORE

venerdì 17 aprile 2015



Come dal proverbio : La notte porta consiglio, sappiamo che quando stiamo dormendo, alcuni suoni non vengono affatto percepiti dal nostro orecchio mentre altri sono in grado di svegliarci mettendoci in allarme perchè ci gungono inaspettati o non riconosciuti. Insomma, ma il nostro cervello è sempre all'opera.

A questo proposito è stato effettuato un esperimento

Allora è vera, la teoria secondo cui ascoltando la lezione usando le cuffie durante il sonno si riesce ad apprendere più velocemente?  Uno studio curato da alcuni ricercatori francesi del CNRS (Centre national de la recherche scientifique), i cui risultati sono stati resi noti attraverso un articolo pubblicato da Current Biology, indaga proprio su tale argomento. Il professor Sid Kouider della École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, con la sua equipe, ha  sottoposto alcuni volontari ad un esperimento particolare. Ai partecipanti,  è stato chiesto di classificare alcuni vocaboli che ascoltavano, dividendoli tra animali e oggetti (esperimento numero 1) o tra parole e pesudo-parole (esperimento numero 2)attraverso un tasto da schiacciare a seconda della scelta, con la mano sinistra o  destra. Tutto  mentre erano nella fase di veglia ma già si avviavano verso il sonno.

Quando i partecipanti si addormentavano cessava ogni attività che implicasse movimento fisico consapevole, cioè non utilizzavano più i bottoni indicati, però non si spegneva  l'attività classificatoria, stimolata dalle parole che continuavano a percepire dall'ambiente esterno anche durante il sonno. Grazie all'elettroencefalografia,  i ricercatori hanno potuto osservare come le parti del cervello responsabili del movimento di pressione sui bottoni predisposti, continuavano ad accendersi, anche mentre i volontari ascoltavano le parole suggerite loro durante il sonno e le risposte venivano date in modo corretto: infatti, quando il cervello dormiente percepiva un vocabolo classificabile nella prima categoria,  l'area che reagiva era quella implicata nel meccanismo di movimento della mano sinistra, mentre un termine giudicato appartenente alla seconda categoria accendeva l'area di controllo della mano destra. Il cervello dunque continua ad elaborare gli stimoli esterni,  ed è stato dimostrato con l'EEG


Gli esperimenti dimostrano che, nonostante lo stato di non-veglia e l'assenza di un comportamento  di risposta in fase di veglia, i dormienti sono ugualmente in grado di captare informazioni rilevanti attraverso stimoli esterni e di predisporre , possiamo dire, segretamente una reazione motoria appropriata. Purtroppo, però, pare che i volontari una volta svegliati, non si ricordassero  delle proprie decisioni. 
 Forse questo esperimento non ha ancora dimostrato scientificamente che esiste un modo per studiare meno  dormendo  di più. Ma in fondo per chi volesse, tentar non nuoce.


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