Il perdono di Dio è sempre “più grande” di “qualunque cosa possiamo rimproverarci”. Lo ha affermato Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, davanti a oltre 30 mila persone, durante la quale ha terminato la serie di catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento. Dio elimina il peccato “alla radice, ha detto il Papa, che ha concluso: “Se tu vuoi essere perdonato, perdona” a tua volta. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Tendere la mano al cielo, come fa un bambino finito a terra con sua mamma o suo papà, perché la “dignità del perdono di Dio” sta nel permettere alle donne e agli uomini di potersi rialzare sempre, ogni volta che hanno sbagliato e si pentono.
Più grande di ogni peccato
Papa Francesco conclude il ciclo di catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento con il distillato di tutta la sua riflessione, che è poi il cuore del Giubileo: Dio non si stanca mai di perdonare chi gli chiede perdono. Per spiegarlo usa i versi del Salmo 51, quello che dà voce al re Davide, oppresso dal doppio, grave peccato che ha commesso: l’adulterio con la moglie del suo generale, a sua volta fatto morire. Davide, ricorda Francesco, confessa la propria colpa, non si vergogna della sua miseria, confida nella misericordia divina:
“L’unica cosa di cui abbiamo davvero bisogno nella nostra vita è quella di essere perdonati, liberati dal male e dalle sue conseguenze di morte. Purtroppo, la vita ci fa sperimentare tante volte queste situazioni; e anzitutto in esse dobbiamo confidare nella misericordia. Dio è più grande del nostro peccato. Non dimentichiamo questo: (…) Dio è più grande di tutti i peccati che noi possiamo fare".
Non cancellato, distrutto
Il Papa scruta fin nelle pieghe della dinamica del perdono divino. Il Salmo, afferma, mostra che l’ammettere il proprio errore è già un modo di celebrare “la giustizia e la santità di Dio”. Il quale non si limita a elargire una sommaria benevolenza al peccatore, ma fa molto di più:
“Il peccato... lo distrugge e lo cancella. Ma lo cancella proprio dalla radice, non come fanno in tintoria quando portiamo un abito e cancellano la macchia. No! Dio cancella il nostro peccato proprio dalla radice, tutto!”.
La dignità di rialzarsi sempre
Con il perdono divino, prosegue Francesco, una persona volta letteralmente pagina. Si diventa, dice, “creature nuove, ricolmate dallo Spirito, piene di gioia”. Anzi, soggiunge, accogliendo la grazia divina “possiamo persino insegnare agli altri a non peccare più”:
“Quando un bambino cade, cosa fa? Alza la mano alla mamma, al papà perché lo alzi. Facciamo lo stesso. Se tu cadi per debolezza nel peccato, alza la tua mano: il Signore la prende e ti aiuterà ad alzarti. Questa è la dignità del perdono di Dio! La dignità che ci dà il perdono di Dio è quella di alzarci, metterci sempre in piedi, perché Lui ha creato l’uomo e la donna per essere in piedi”.
Perdona se vuoi essere perdonato
Infine, c’è la condivisione. Chi ha ricevuto il perdono di Dio, conclude con un imperativo Francesco, non può che comportarsi altrettanto con gli altri attorno a sé:
“Tutti coloro che il Signore ci ha posto accanto, i familiari, gli amici, i colleghi, i parrocchiani… tutti sono, come noi, bisognosi della misericordia di Dio. È bello essere perdonato, ma anche tu, se vuoi essere perdonato, perdona anche tu. Perdona!”.
Lince Grassi Milla
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