Storico discorso del Papa al Congresso degli Stati Uniti d’America. Francesco, primo Pontefice in questa sede, ha parlato a tutti gli americani di accoglienza e dialogo per la costruzione del bene comune. “Sono un figlio di questo grande continente” ha detto. In un lungo intervento, più volte applaudito, ha esortato all’accoglienza, al rispetto delle libertà, esprimendosi contro ogni violenza, la pena di morte, il commercio di armi e un’economia che prevalga sull’uomo. Migliaia di persone hanno salutato il Papa all'arrivo a Capitol Hill e quando si è affacciato dal "Balcone di saluto dei presidenti", che guarda l’area monumentale del National Mall. Da qui il Papa ha benedetto e salutato la folla. Il nostro inviato Massimiliano Menichetti:
Il Papa parla alla Plenaria del Congresso degli Stati Uniti dopo il lungo applauso e l’entusiasmo che lo ha accolto. Standing ovation e applausi in molti punti del suo discorso a partire dal saluto: sono contento di essere nella “terra dei liberi e casa dei valorosi”.
Il compito dei parlamentari
“Sono un figlio di questo grande continente”, dice presentando immediatamente le sfide che ha la politica, che hanno i delegati eletti ovvero il perseguimento del bene comune, il favorire l’unità e proteggere chi è vulnerabile. Traccia un parallelismo con Mosè e sottolinea che, come al Patriarca e legislatore del popolo d’Israele, ai parlamentari è richiesto “di proteggere, con gli strumenti della legge, l’immagine e la somiglianza modellate da Dio su ogni volto umano”:
“Today I would like not only to address you, but through you the entire people of the United States...
Oggi vorrei rivolgermi non solo a voi, ma, attraverso di voi, all’intero popolo degli Stati Uniti...".
Il bene condiviso
Uomini e donne - dice il Papa - che “non si preoccupano semplicemente di pagare le tasse”, ma costruiscono, “sostengono”, giorno dopo giorno, “la vita della società”, dando “una mano a chi ha più bisogno”. Poi, guarda alle radici degli Stati Uniti e lega la realtà di oggi ai sacrifici di sempre, anche a costo della vita, per un futuro migliore, per un bene condiviso e cita gli americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton:
“A people with this spirit can live through many crises, tensions and conflicts, while always finding the resources to move forward...
“Un popolo con questo spirito può attraversare molte crisi, tensioni e conflitti, mentre sempre sarà in grado di trovare la forza per andare avanti e farlo con dignità”.
Abraham Lincoln
Nel 150.mo anniversario dell’assassinio del custode della libertà, il presidente Lincoln, il Papa sottolinea che un futuro di libertà “richiede amore per il bene comune e collaborazione in uno spirito di sussidiarietà e solidarietà”. Francesco mostra preoccupazione per quella che definisce l’inquietante odierna situazione sociale e politica del mondo:
“Our world is increasingly a place of violent conflict, hatred and brutal atrocities, committed even in the name of God and of religion....
"Il nostro mondo è sempre più un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocità, commesse perfino in nome di Dio e della religione. Sappiamo che nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico".
Centrale per il Papa è salvaguardare la libertà religiosa, la libertà intellettuale e le libertà individuali, ma senza cadere nelle polarizzazioni: “Solo bene solo male”, “giusti e peccatori”. “Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini - rimarca - è il modo migliore di prendere il loro posto e questo - aggiunge - è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate”:
“Our response must instead be one of hope and healing, of peace and justice...
La nostra risposta, invece, dev’essere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia, questo “per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche” in atto.
Gli sforzi esorta Francesco devono “puntare a restaurare la pace, rimediare agli errori, mantenere gli impegni e così promuovere il benessere degli individui e dei popoli”. In questa costruzione fondamentale, parte importante è anche la voce della fede “che cerca di far emergere il meglio in ogni persona e in ogni società”. E contribuisce a eliminare le nuove forme globali di schiavitù, “nate da gravi ingiustizie le quali possono essere superate solo grazie a nuove politiche e a nuove forme di consenso sociale”.
Se la politica dev’essere veramente al servizio della persona umana, ne consegue che non può essere sottomessa al servizio dell’economia e della finanza. “Politica - dice - è espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità”.
Pensando alla marcia che Martin Luther King ha guidato da Selma a Montgomery per i pieni diritti civili e politici per gli afroamericani. Parla di un “sogno” che continua ad ispirare milioni di persone che negli ultimi secoli sono giunti in questa terra:
“We, the people of this continent, are not fearful of foreigners, because most of us were once foreigners...
Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati".
“Educhiamo le nuove generazioni a non voltare le spalle al loro “prossimo” – legge – pure sottolineando che i flussi di rifugiati sono di proporzioni che non si vedevano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Una sfida per il Papa che non deve spaventare per dare una risposta che sia umana, giusta e e fraterna”. “Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te”, dice:
“In a word, if we want security, let us give security; if we want life, let us give life; if we want opportunities, let us provide opportunities...
In una parola, se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità".
Da qui il "no" netto alla pena di morte:
“Every human person is endowed with an inalienable dignity, and society can only benefit from the rehabilitation of those convicted of crimes...
Ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini".
Poi menzionando la serva di Dio Dorothy Day, che ha fondato il "Catholic Worker Movement", esempio di impegno sociale e giustizia “per far uscire la gente dalla povertà estrema”, Francesco rimarca che in tempi di crisi e “di difficoltà economica non si deve perdere lo spirito di solidarietà globale” e portare la speranza a chi intrappolato nel “cerchio della povertà” e della fame.
Fondamentale per spezzare questa catena “un’economia che cerca di essere moderna, inclusiva e sostenibile”, al “servizio al bene comune” e rispettosa del Creato. Più volte ha citato la sua Enciclica “Laudato si'”:
“Now is the time for courageous actions and strategies, aimed at implementing a ‘culture of care’...
Ora è il momento di azioni coraggiose e strategie dirette a implementare una “cultura della cura”. Il Papa esorta a prendersi cura della natura, a combattere la povertà anche orientando tecnologie e limitando i poteri.
Tratteggiando la figura del monaco cistercense Thomas Merton, uomo di preghiera, un pensatore - precisa - che ha sfidato le certezze del suo tempo promuovendo la “pace tra popoli e religioni”. Ha esortato alla costruzione di ponti riferendosi indirettamente ai rinnovati rapporti Cuba-Usa:
“A good political leader always opts to initiate processes rather than possessing spaces...
Un buon leader politico opta sempre per iniziare processi, più che possedere spazi - continua il Papa tra gli applausi - Essere al servizio del dialogo e della pace significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo".
Ha condannato i profitti derivanti dalla vendita di armi. Un denaro intriso di sangue, spesso innocente:
“In the face of this shameful and culpable silence, it is our duty to confront the problem and to stop the arms trade...
Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi".
Poi, lo sguardo del Papa va al Meeting Mondiale delle famiglie di Filadelfia dove sarà sabato e domenica. Ribadisce la centralità della “famiglia nella costruzione di questo Paese”. "Io posso solo riproporre - aggiunge - l’importanza e, soprattutto, la ricchezza e la bellezza della vita familiare". Eppure, non ha nascosto Francesco la preoccupazione per nuove minacce verso questa realtà che “forse come mai in precedenza” la assediano dall’interno e dall’esterno:
“Fundamental relationships are being called into question, as is the very basis of marriage and the family...
Relazioni fondamentali sono state messe in discussione, come anche la base stessa del matrimonio e della famiglia".
Volgendosi ai giovani, ha rimarcato che vivono in una cultura che li spinge a non formare una famiglia, “perché mancano loro possibilità per il futuro” o perché disorientati, “intrappolati” a volte “in un labirinto senza speranza, segnato da violenze, abusi e disperazione”. “I loro problemi - dice - sono i nostri problemi”.
Quindi, tornando a citare Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Merton a sottolineare le radici degli Stati Uniti nella grandezza di una nazione che è tale quando difende la libertà, consente alla gente di “sognare” pieni diritti per tutti, quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, il dialogo e semina pace:
“It is my desire that this spirit continue to develop and grow, so that as many young people as possible can inherit and dwell in a land...
Il mio auspicio è che questo spirito continui a svilupparsi e a crescere, in modo che il maggior numero possibile di giovani possa ereditare e dimorare in una terra che ha ispirato così tante persone a sognare. Dio benedica l’America!".
Emozionante poi il saluto in spagnolo alla folla radunata davanti al balcone di Capitol Hill, nell’area monumentale del National Mall. Il Papa si è rivolto ai bambini “i più importanti”, ha detto poi ha benedetto tutti e chiesto sostegno per questo viaggio:
“Y les pido, por favor, a ustedes que recen por mí y, si entre ustedes hay algunos que no creen o no pueden rezar...
“E vi chiedo per favore di pregare per me e se tra di voi c’è qualcuno che non crede o non può pregare, vi chiedo per favore che mi auguri cose buone”.
Fonte Radio Vaticana
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