Non c’è alcun “ragionevole motivo” per non organizzare un pellegrinaggio nei Luoghi Santi: la sicurezza nei Santuari e nelle zone frequentate dai fedeli “è garantita”. Lo sottolinea padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, di fronte ad un “drammatico calo” dei pellegrinaggi nei luoghi di Gesù, a causa - prosegue - “della paura ingenerata dalle guerre in Medio Oriente e dagli attentati perpetrati da gruppi fondamentalisti che hanno insanguinato anche i Paesi d’Occidente”. In un appello affidato alle pagine di Terrasanta.net, il religioso francescano evidenzia come solo dall’Italia, nell’ultimo anno, ci sia stata una diminuzione stimata in “oltre il 40%”. A nome delle comunità cristiane che vivono in Israele e Palestina si esorta dunque i pellegrini a non abbandonare la Terra Santa e a visitarla. Della situazione nella regione parla padre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa, intervistato da Giada Aquilino:
R. – E’ la prima volta, dopo tantissimi anni, che i pellegrini hanno paura di venire qui, nonostante la situazione sia tranquilla e non ci siano problemi. Stiamo vivendo veramente un momento molto difficile, perché i pellegrini in giro sono pochissimi. Questo ci danneggia molto, soprattutto i nostri cristiani: perché il 90 per cento dei cristiani locali in Terra Santa lavora nel settore del turismo.
D. – Questo calo dei pellegrinaggi in Terra Santa può essere legato alle tante crisi che sconvolgono il Medio Oriente?
R. – Sì, ci sono problemi in tutto il Medio Oriente, in Siria, in Iraq, in Egitto, in Yemen, in Libia, ma la Terra Santa è tranquilla. Forse la gente, i pellegrini pensano che sia così in tutto il Medio Oriente e quindi anche in Terra Santa, ma davvero da noi la situazione è buona. Non c’è mai stato un problema con un pellegrino, un turista.
D. – In particolare, dall’Italia si stima un calo del 40% dei pellegrinaggi. Avete fatto appello alle Chiese particolari, alle diocesi, alle parrocchie a non abbandonare la Terra Santa?
R. – Abbiamo fatto un appello, rivolgendoci a tutti i nostri amici - vescovi, sacerdoti, parroci – perché i pellegrini non rinuncino alla Terra Santa. L’Italia contava il gruppo più numeroso di pellegrini. Adesso, in giro, non si trovano italiani, non ci sono. In genere, dal mese di agosto al mese di ottobre, non si trovavano stanze negli alberghi per quanti italiani c’erano. Ora non è più così.
D. – Lei ha detto che i pellegrinaggi sono da sempre un sostegno concreto ai cristiani di Terra Santa. Adesso come vivono in questa condizione?
R. – Vivono male. Quelli che avevano messo soldi da parte, li stanno spendendo tutti. I cristiani che lavorano negli alberghi, nei ristoranti, nei negozi di souvenir e cose di questo tipo si lamentano. Stanno tutti male. E c’è da dire che durante la Seconda Intifada – che ho vissuto - gli italiani venivano più di adesso.
D. – Ma come vi spiegate che dall’Italia ci sia un calo così vistoso?
R. – Non so. Per la paura, per la crisi, perché mancano i soldi. Ma se fosse per paura, dico a tutti: “Vincete la paura! In Terra Santa non c’è da averne”.
D. – C’è il pericolo che in questa situazione i cristiani abbandonino quelle zone, come già successo?
R. – Certo. Questa è la nostra paura, la nostra preoccupazione, perché quando la gente non lavora, scappa, va via. Durante la Seconda Intifada venivano pellegrini, veniva gente, anche se non era molta: e ciò nonostante sono andate via 3 mila persone da Betlemme e anche 3 mila cristiani da Gerusalemme. Non vogliamo che i Luoghi Santi rimangano senza cristiani locali. Io dico sempre loro che rimanere in Terra Santa è una sfida, una vocazione, un messaggio per tutto il mondo. Noi, come Custodia, stiamo facendo di tutto per far restare i cristiani in Terra Santa: abbiamo quasi duemila posti di lavoro per i nostri cristiani in Palestina e in Israele. Abbiamo costruito case, scuole, abbiamo fatto tutto il possibile.
D. – Tra l’altro i Luoghi Santi nel tempo sono stati fatti oggetto anche di atti vandalici. E’ delle ultime ore la notizia che i due sospetti dell’incendio alla chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci siano stati ufficialmente accusati dalle autorità giudiziarie di Nazareth…
D. – Succede tutto questo, come una persecuzione. Per questo dico: vivere in Terra Santa è veramente una sfida, una sfida per tutti, ma anche un vocazione. Dobbiamo rimanere in questa terra.
Fonte Radio Vaticana
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