Qualche giorno fa è stato pubblicato da ISPRA il rapporto sulle indagini svolte sulle acque italiane superficiali e sotterranee del periodo 2011/ 2012 mettendo in evidenza la presenza di 175 sostanze attive.
Il rapporto è stato predisposto dall’ISPRA sulla base delle informazioni trasmesse da Regioni e Province autonome, che attraverso le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, effettuano indagini sul territorio e analisi di laboratorio.
Tra le regioni che presentano acque maggiormente contaminate ci sono la Lombardia (92 per cento), Sicilia (88 per cento) e Emilia Romagna (87,5 per cento) che peraltro è anche in classifica per la maggiore percentuale di acque sotterranee inquinate (72 per cento).
Ciò vuole dire che come per la Francia che si è scoperta con una importante presenza di fitofarmaci nelle falde acquifere la cui fonte principale di contaminazione è da ricercare nell’agricoltura intensiva che ha rilasciato sostanze sia delle acque superficiali, che in quelle sotterranee : http://www.statistiques.developpement-durable.gouv.fr/indicateurs-indices/f/1831/1902/pesticides-eaux-douces.html ,anche l'Italia presenta questo tipo di problema. Nel 2012 infatti sono state usate 400 sostanze diverse per 134.242 tonnellate di prodotti fitosanitari.
I ricercatori di ISPRA hanno riscontrato residui di prodotti fitosanitari come erbicidi, insetticidi, funghicidi immessi nell’ambiente e che si ritrovano come molecole di bentazone, metalaxil, desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide.L’area maggiormente contaminata dai pesticidi è la pianura padano-veneta anche se mancano molti dati da svariate regioni. I ricercatori scrivono:<<Come già segnalato in passato, questo dipende dalle caratteristiche idrologiche del territorio e dall’intenso utilizzo agricolo, ma anche dal fatto che le indagini sono generalmente più complete e rappresentative nelle regioni del nord. Nel resto del paese la situazione è ancora abbastanza disomogenea, non sono pervenute informazioni dal Molise e dalla Calabria e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come il numero delle sostanze cercate. D’altra parte, laddove l’efficacia del monitoraggio è migliorata, sono state evidenziate aree di contaminazione significativa anche nel centro-sud >>.
In questo quadro, ciò che ha destato maggior preoccupazione è l’imidacloprid noto anche all’EFSA per il quale è stato richiesto l’abbassamento dei livelli guida essendo stato considerato dannoso per il sistema nervoso dei bambini. Nel 2011 le sostanze attive erano 166 e dunque nel 2012 si è registrato un’aumento e questo perché le molecole non scompaiono rapidamente e si assiste così all’effetto di accumulo.
Marilina Fenice Grassi
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