SOSTENITORE DELLA FOLGORE

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sabato 28 febbraio 2015

QUANDO IL CONSUMO DI PESCE PUO' ESSERE NOCIVO



L' Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare ha effettuato un’analisi su rischi e benefici circa il consumo di pesce e molluschi, in relazione al numero di porzioni consumate settimanalmente. Tale analisi si è concentrata su nutrienti e contaminanti presenti nei specialità ittiche: ad esempio gli omega-3 e il metilmercurio, una forma di mercurio particolarmente tossica per lo sviluppo del sistema nervoso nel feto e nel bambino. Per il metilmercurio, l’attenzione è stata incentrata su quelli di grossa taglia : tonno, pesce spada, merluzzo, merlano e luccio, e nasello per i bambini.


Le conclusioni dell’autorità europea sono che “il modo più efficace perchè il consumo di pesce sia benefico e riduca i rischi causati dall’eccessiva concentrazione di metilmercurio, è quello di limitare il consumo delle specie suddette . Per questo i singoli Stati sono raccomandati di esaminare i modelli di consumo e valutare i rischi per i diversi gruppi della popolazione.


L’Agenzia ha valutato anche i rischi di mercurio e di metilmercurio negli alimenti , e i benefici per la salute che derivano dal consumo di pesci e molluschi, considerandone i possibili rischi . Il risultato è che per i rischi, la dose settimanale tollerabile di metilmercurio è stata fissata a 1,3 microgrammi per kg di peso corporeo, tenendo come punto di riferimento il livello ricavato da studi di epidemiologia su comunità a forte consumo ittico che riescono a non alterare lo sviluppo neurologico del feto. Per quanto concerne i benefici invece, cioè un migliore sviluppo neurologico dei bambini e una riduzione del rischio di coronopatie negli adulti causato dagli acidi grassi omega-3 , che veniva raccomandato in un consumo medio settimanale di 1-2 per la popolazione in generale e 3-4 porzioni di 100 g per le donne in stato interessante L’Efsa afferma che, in alcuni Paesi, le specie consumate, provochino nei neonati e nei bambini fra i 3 e i 10 anni, il raggiungimento della soglia massima di metilmercurio ancora prima di aver massunto la quantità che darebbe loro un beneficio,


E conclude dichiarando che :


1) nei bambini in generale, anche quelli molto piccoli, e nelle donne sino all' età fertile, i benefici nutrizionali assunti dal pesce devono essere ricercati aumentando il consumo di specie con basso livello di metilmercurio;


2) che per proteggere il feto, le donne in età fertile non devono superare la dose settimanale tollerabile di questa sostanza.


3) che siccome il sistema nervoso continua a svilupparsi anche durante l’infanzia, i bambini esposti a dosi di metilmercurio superiori alla quella settimanale consigliata, devono essere considerati a rischio di sviluppo di effetti neurotossici.


Questa analisi rileva che i bambini da uno a tre anni raggiungono la dose settimanale tollerabile di metilmercurio con 1,4 porzioni, mentre per avere dei benefici , basterebbero 2,4 dosi settimanali. Fra i 3 e i 10 anni, la soglia tollerabilità massima , si raggiunge con 0,5 porzioni, mentre quella benefica sarebbe una porzione. Per gli adolescenti tra i 10 e i 17 anni, le 0,7 porzioni costituiscono il limite del rischio e costituisce la quantità raccomandata . Aumentando l’età, il rapporto s’inverte. Negli adulti tra i 18 e i 64 anni, la soglia rischiosa è di 0,8 porzioni, mentre i benefici equivalgono alle 0,6 porzioni. Nelle donne in età fertile compresa tra i 18 e i 45 anni, le cifre sono rispettivamente 0,7 e 0,9, mentre negli anziani 1,1 e 0,7.


In Europa ci sono grandi differenze sulla percentuale di popolazione che consuma regolarmente il pesce, sia sulle quantità che sulle specie. Per L’Italia, l’Efsa si è basata sull’Indagine nazionale dei consumi alimentari condotta fra il 2005/2006 dall’ex-Inran (Istituto nazionale si ricerca per gli alimenti e la nutrizione).


Per quanto riguarda il mercurio, esistono limiti sia nei pesci, che nei mangimi per gli allevamenti. In Italia, molti lotti di pesce congelato sono stati sequestrati per la dose eccessiva di mercurio , dagli organi di controllo, ogni settimana. In quasi tutto il 2014, il Sistema di allerta europeo per gli alimenti (Rasff) ha segnalato 60 casi di prodotti distribuiti in Italia, di cui il 70% è riferito al pesce congelato importato da Spagna, Portogallo e Vietnam. Come evidenziato in un articolo del Fatto Alimentare circa il mercurio non si tratta di "leggeri sconfinamenti" delle soglie. La normativa infatti, prevede un limite max di 0,5 mg/kg, che raddoppia per i pesci di grossa taglia. Nei lotti sequestrati invece si riscontrano quantità di gran lunga superiori alla soglia: fino a 4-5 mg/kg. Questo problema però non tocca il tonno in scatola, perché le aziende onde evitare problemi, utilizzano pesci di taglia media con un tenore di metalli pesanti sotto i limiti.


spunto preso da un articolo de Il Fatto Alimentare di Beniamino Bonardi






Marilina Fenice Lince

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